Quaresima (II)
Il Tempo della Quaresima è in modo privilegiato il tempo dell’ascolto.
Shemà Israel, è l’invito costante fatto da Dio al suo popolo, un ascolto che richiede atteggiamento di fiducia, di apertura, di intelligenza della mente e del cuore per entrare nell’intimità con Dio. Solo mediante l’ascolto è possibile sintonizzarsi con la logica di Dio, una logica che conduce alla verità e alla sapienza. L’ascolto è la caratteristica del nuovo popolo di Dio: la Chiesa. Nei Vangeli ritroviamo due Teofanie (cioè manifestazioni di Dio): al Battesimo di Gesù al Giordano e alla Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor. In entrambi gli eventi viene ribadito l’ascolto: l’ascolto di Gesù. Dio Padre ci ha donato il Figlio Gesù perché ascoltando Lui possiamo entrare nell’intimità stessa di Dio.
Ascoltare la Parola, ascoltare Gesù è fondamentale nella vita del discepolo/ a per fare esperienza di guarigione, di liberazione, di purificazione ed infine per crescere spiritualmente. Nella vita cristiana si cresce spiritualmente quanto più la Parola di Dio nella propria vita si incarna, fino a diventare Gesù stesso nel modo di pensare, di agire, di volere e di amare.
Ascoltare è qualitativamente diverso da sentire. Noi possiamo sentire ma non ascoltare cioè non entrare in relazione con la Parola, lasciarsi da essa incontrare e trasformare.
Questo vale non solo nella relazione con Dio ma anche tra noi. Ascoltare significa entrare in sintonia con gli altri per accogliere i frammenti di verità di cui ognuno di noi è portatore, per aprirci insieme, nella comunione, la verità.
«Uno che parla e fa, solamente, non è un vero profeta, non è un vero cristiano, e alla fine crollerà tutto, non è sulla roccia dell’amore di Dio, non è “roccioso”. Invece uno che sa ascoltare e dall’ascolto fa, con la forza della parola di un altro, non della propria, costui rimane saldo come la roccia: benché sia una persona umile, che non sembra importante, è grande. E quanti di questi grandi ci sono nella Chiesa! Quanti vescovi grandi, quanti sacerdoti grandi, quanti fedeli grandi che sanno ascoltare e dall’ascolto fanno!». (Papa Francesco, 2015)