La Chiesa: un popolo sacerdotale

Con questo titolo prende inizio una serie di approfondimenti per comprendere un po’ più in profondità la nostra ricchezza di essere Chiesa.

La Chiesa: un popolo di sacerdoti.

Una prima immediata considerazione prende spunto dalla situazione di fatto che stiamo vivendo: la Santa Messa senza concorso di popolo.

E’ una situazione prevista nel Messale romano ed è teologicamente e pastoralmente provvidenziale. Ci aiuta a comprendere uno dei tanti aspetti della nostra identità di cristiani e della chiesa tutta: il ministero sacerdotale. Con il Battesimo ogni credente diventa parte dell’unico popolo di Dio: un popolo profetico, sacerdotale e regale.

Profetico perché chiamato ad ascoltare, vivere ed annunciare la Parola di Dio. Sacerdotale perché chiamato ad esercitare il culto, in Cristo unico ed eterno sacerdote. Regale in quanto chiamato, per Cristo – con Cristo – in Cristo a servire i fratelli in atteggiamento di dono come il suo Signore e Maestro.

Oggi ci fermiamo sulla identità sacerdotale del popolo di Dio. il Documento Christifideles laici, al n.14 cosi afferma:

I fedeli laici sono partecipi dell’ufficio sacerdotale, per il quale Gesù ha offerto se stesso sulla Croce e continuamente si offre nella celebrazione eucaristica a gloria del Padre per la salvezza dell’umanità. Incorporati a Gesù Cristo, i battezzati sono uniti a Lui e al suo sacrificio nell’offerta di se stessi e di tutte le loro attività (cf. Rom 12, 1-2).

Interessante il verbo “sono uniti” piuttosto che “si uniscono a Lui”. Questa differenza ha un grande significato teologico ed ecclesiale. Il sacerdozio battesimale, che i fedeli laici esercitano, si compie mediante il sacerdozio ministeriale di coloro che sono stati consacrati nell’Ordine sacro. Nella Santa Messa ad un certo punto affermiamo, in dialogo con il presidente della Celebrazione:

“Pregate, fratelli e sorelle,
perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno,
ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente”. L’assemblea risponde:
Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio
a lode e gloria del suo nome,
per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.


L’unico sacerdote vero e proprio è Cristo, perché unica e irripetibile è la mediazione fra Dio e gli uomini che solo lui può offrire. Gesù è insieme vittima e sacerdote, colui che offre il sacrificio e colui che è offerto, e il suo sacerdozio, come il suo sacrificio, non è affatto rituale, è anzi talmente vitale da essere un unicum così singolare che non ha bisogno di alcun altro completamento. Al sacerdozio di Cristo partecipa il sacerdozio della chiesa, la cui peculiare caratteristica è di essere segno e strumento visibile e tangibile del mistero compiutosi nel Figlio di Dio (O.Marzola).
Configurati a Cristo sommo ed eterno sacerdote i ministri attuano e perfezionano Il sacrificio spirituale di tutti i fedeli celebrando insieme a loro, come presidenti, il memoriale del sacrificio di Gesù. La differenza essenziale tra le due forme di sacerdozio la rinveniamo perciò proprio nel servizio specifico alla vita di fede dei credenti che il sacerdozio ministeriale offre a quello battesimale, con la parola, con i sacramenti e la guida pastorale, perché il popolo di Dio si mantenga unito al suo Capo e Signore.

In questo tempo di astinenza dalla Santa Messa, continuiamo ad essere uniti al sacrificio di Cristo che nel Memoriale dell’Eucaristia i Pastori con noi e per noi offrono al Padre.